La mia curiosità era tanta quando ero una bambina e così quando chiedevo al mio papà come era festeggiare il carnevale quando lui aveva la mia età, iniziava a raccontarmi tutte le cose che faceva.
Allora mi raccontava che il 17 gennaio di ogni anno, ( Sant’ Antuono) un gruppo di giovani e adulti partendo da borgo San Mauro, introduceva il Carnevale, cantando ed agitando un tizzone acceso in senso rotatorio, generando apparenti ruote di fuoco, inoltre tutto il periodo di Carnevale si usava fare tante commedie e giochi, successivamente si iniziarono a fare anche dei carri allegorici.
Quando lui divenne un giovanotto iniziò, infatti, insieme con altri ragazzi della sua età ha fare delle commedie.
Una tra tutte era la ” brunetta“ , ma poi c’erano anche scene di rappresentazioni allegoriche con “la parata dei dodici mesi dell’anno”, che si facevano con uomini a cavallo ( 12 uomini e 12 cavalli) e ogni uomo in groppa al cavallo diceva la sua strofa relativa al mese che rappresentava.
Poi c’erano i giochi : “la corsa col sacco”, “il palo di sapone”…..
Mi raccontava come era divertente giocare al gioco del “palo di sapone” e poi “la corsa col sacco”, e quante risate si facevano.
Con l’arrivo dei primi trattori e dei primi carri, gli abitanti di borgo san mauro iniziarono ad allestirli facendoli divenire dei veri e propri carri allegorici di carnevale. Così tutti i giovani del luogo si vestivano con costumi che imitavano alcuni personaggi.
Il mio papà mi diceva che dai carri allegorici occupati da tutti questi ragazzi in costume venivano lanciati tante cose addosso alle persone che stavano a guardare.
Allora iniziava il divertimento, si lanciavano farina, ma anche uova sciaque e puzzolenti e tutto quello che era divertente lanciare, per fare scherzi vari.
Certo papà non aveva né le bombolette spray, né i coriandoli comprati in negozio, tutto quello che veniva usato era fatto in casa.
Da quello che si ricordano alcuni miei zii, la sera prima dell’ultimo giorno di Carnevale, si faceva una processione per portare la Comunione a Carnevale canticchiando una canzoncina
Mentre, il giorno di Carnevale era festeggiato da diversi gruppi mascherati e non, che si riunivano nei cortili, nelle piazze o nelle case e recitavano o cantavano caratteristiche sceneggiate come la ” A’ Zeza “.
Altri gruppi, in costume, ballavano intorno ad un palo il “laccio d’amore” che consisteva nel far intrecciare, ballando, i nastri colorati legati al palo e poi, sempre ballando, nel farli sciogliere.
La sera di Carnevale, dopo aver dato sfogo a tutta l’allegria. si piangeva la morte di Carnevale in processione recitando una canzoncina.