La cappella (così chiamata da tutti) perché è un chiesetta molto piccola situata nel borgo di San Mauro prende il nome da una statua magnifica raffigurante la madonna con il bambino in braccio. I miei genitori mi raccontarono una volta che questa statua della madonna fu ritrovata in anni remoti in un pozzo di Borgo San Mauro, poi portata dai fedeli del posto in questa chiesetta. La statua è in arte napoletana e risale circa al 1700. Nella chiesetta oggi, si possono ammirare il portale e gli affreschi interni, che in origine erano quattro, ora se ne vedono solo tre. Gli affreschi sono (in origine erano 4): l’ affresco raffigurante Santa Lucia, l’affresco raffigurante San Ferdinando d’Aragona (patrono di Alvignano) e infine c’è l’affresco raffigurante San Mauro. Sull’immagine di Santa Lucia c’è la scritta con il nome della santa, mentre su quella di San Ferdinando non vi è una scritta intera, ma solo alcune tracce del nome del santo. San Ferdinando è raffigurato con la mitra, il pastorale, l’anello episcopale e il vangelo; sotto l’immagine troviamo la data di esecuzione dell’opera: 1531. Il portale e la facciata in origine erano in tufo nero, mentre attualmente sono in pietra locale, come tutta la costruzione della stessa. Il portale si compone di sette riquadri decorati su ogni lato e di quattro sull’architrave, più due epigrafi, ai lati del portale. I primi due riquadri del portale presentano decorazioni floreali; troviamo poi raffigurati due animali: il cavallo e il maiale. La rappresentazione dei due animali non è casuale: ha un significato teologico. II cavallo, infatti, nelle raffigurazioni sacre è un animale discutibile può essere considerato buono poiché adibito al trasporto di cose e persone, ma può altresì essere considerato cattivo, perché, spesso utilizzato dal demonio o addirittura considerato quale personificazione di Satana. II maiale, invece, è la rappresentazione del peccato perché simbolo dell’impurità. C’è poi la cornice e tutto il portale che è sormontato da un decoro in tufo grigio. Salendo troviamo raffigurati prima due putti poi, continuando a sinistra si può osservare la Madonna sormontata da due angeli che la incoronano; a destra la Croce di Cristo che rappresenta la Redenzione e, infine, sopra di questa, un angelo. Sull’architrave c’è invece l’annuncio del Vangelo e del Giudizio Universale fatto dai due angeli con le trombe. II portale raffigura la via della salvezza che va dal male alla Redenzione, itinerario possibile solo attraverso il Vangelo. I quattro riquadri centrali illustrano i simboli dei quattro Evangelisti (Matteo, Marco, Luca, Giovanni), mentre su di una dei due riquadri laterali troviamo il nome di un tale Egone (Et Egone Scribat), che potrebbe essere colui che ha pagato i lavori, oppure l’artista che ha eseguito il portale. Sull’architrave è posta una lastra di pietra con su incisa la dedica della Cappella alla Madonna della Natività. Entrando a destra troviamo il fonte battesimale in pietra databile intorno al 1500 al cui interno troviamo due raffigurazioni: la rana e il pesce. Il pesce, perchè in greco “Iktos” vuol dire Cristo, la rana in quanto animale anfibio, e come tale, capace di vivere due “vite”: nasce dall’acqua come girino, poi si trasforma e diventa rana. San Paolo ha detto “chi non muore nella carne non può rinascere nello spirito” : il cristiano è colui che sulla terra si prepara a vivere la vera vita. Il pavimento è in cotto mentre i marmi sono stati aggiunti successivamente. Il tetto originario era in legno ” a capriata”.