C’era una volta il pane…

A casa mia, e prima ancora a casa di nonna Luisa,  di nonna Rosa, una volta in tutte le case si faceva il pane. Fare il pane era un rito per le donne massaie di una volta, infatti, ci si alzava alle due o alle tre di notte per impastare la farina insieme al lievito (criscito) “nel matrone” (madia).

Si impastava con le mani tenendo i pugni chiusi e questa operazione durava qualche ora fino a che l’impasto non cominciava a fare “le bolle“.

Poi si faceva una croce per propiziare la crescita.

Quando l’impasto era cresciuto il doppio, si facevano le “panelle” e si mettevano su un tavolo diviso in due parti.

Intanto mentre si attendeva che il pane lievitasse, si accendeva il forno con la legna e quando era ben caldo si puliva con un mazzo di foglie di sambuco, detta “munnolo” ; legate ad una mazza che si chiamava “fregone”.

A casa mia, il forno lo accendeva sempre mio padre. Questo lavoro lo faceva prima di andare a fare il suo lavoro da muratore. Però la sveglia a lui era un po’ più tardi rispetto a mia mamma, infatti, mentre mamma si svegliava alle tre di mattina, mio padre si svegliava verso le cinque, cioè quando mamma aveva messo a dimora le “panelle” per la crescita.

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