La mia bisnonna

La mia bisnonna dai racconti del mio papà faceva tante cose

La mia bisnonna profumava il vaso da notte con tanti rametti di menta, puliva il pettine passandolo con pressione più volte su una foglia di pannocchia (preglia) prelevata dal “saccone” e mantenuta all’estremità da due persone e puliva esternamente le pentole strofinandole con la cenere.

Lavava i piatti con l’acqua di cottura della pasta.

Rinacciava (rammendava) e faceva le maglie intime con la lana di pecora (e come pungevano!!)

La mia bisnonna faceva: “a puntina” (l’uncinetto), scialletti “a raguaglia” (a legaccio), calze di lana o cotone adoperando contemporaneamente quattro ferri curvi. Cuoceva le cipolle sotto la cenere.

Faceva il sapone per il bucato con il grasso del maiale, acqua e potassio e faceva il bucato con la cenere.

Per riscaldare le sue estremità, quando andava a dormire, metteva nel letto un mattone riscaldato sul camino e avvolto in carta di giornale.

Tostava orzo e caffè “cu u brustulaturo”.

Puliva le scarpe invernali del marito con una cotica stagionata o “cu u ruppil” (estremità della coda del maiale che veniva seccata ad uopo).

La mia bisnonna preparava infusi . decotti e cataplasmi a base di erbe, orzo e frutta secca.

Comunque già la mia nonna faceva tutte queste cose che le erano state insegnate dalla sua mamma (la mia bisnonna), infatti mio padre racconta spesso che da ragazzino vedeva sia la sua mamma (mia nonna) che sua nonna (la mia bisnonna) che rammendavano i vestiti, che in inverno facevano decotti per curare malattie (epoca in qui la medicina non c’era e quel poco che c’era costava tanto) e facevano la pasta (qualche volta) in casa, ecc.