Mi raccontava il mio papà che faceva il contadino, che ad Alvignano la vendemmia una volta iniziava nei primi giorni di ottobre e finiva verso la metà di novembre.
Dai ricordi di mio padre, una volta la vendemmia iniziava con la raccolta dei grappoli d’uva, che venivano appoggiati in delle ceste di vimini “i canistr’” e poi portate a casa.
Arrivati a casa questi grappoli d’uva venivano messi su delle grate di vimini “le rat’ e vinc‘” ,che venivano appoggiate di traverso sul tino, poi la persona più giovane vi saliva sopra per effettuare la premitura dei grappoli fino a farli diventare vinacci.
Dopo fatto ciò, questi vinacci venivano mischiati al vino che si trovava nel tino e lasciati a bollire per 4-5 giorni; dopo si filtrava il vino e si metteva in botti di legno chiuse per far continuare la fermentazione.
In queste botti di legno, il vino vi rimaneva tutto l’anno, perché veniva messo in bottiglia solo quando serviva.
Le botti di legno si lavavano, previa smontatura degli assi di legno e dei cerchi in ferro che servivano per mantenerli uniti, con resti di vinacci e un po’ di vino così da far prendere l’odore del vino a tutto il legno , il quale l’avrebbe preservato di tutte le sue caratteristiche.
Un boccale di questo vino è da assaggiare. A qualcuno è mai capitato di assaggiarlo, o addirittura di provarlo a fare in questo modo?
Se avessi modo di trovare ancora qualcuno che lo faccia così, mi piacerebbe tanto poterlo assaggiare e far assaggiare al mio papà, così ha fargli ricordare i suoi bei tempi andati.